Lunedì, 11 aprile 2011
Premessa: essere alle tre di pomeriggio su un ghiacciaio con scarponi da sci e canottiera a ballare durante un dj set di Mark Ronson è segno di un successo annunciato. Alla sua seconda edizione lo Snowbombing Festival promosso da Volvo (dal 4 al 9 aprile) è stato (the last but not least) settimana bianca della stagione a Mayrhofen, cittadina austriaca a pochi chilometri da Innsbruck felicemente pronta per essere presa d’assalto (letteralmente) da una nave carica carica di inglesi snowboarder, artisti della scena internazionale di dj set electro-tech da tutta Europa.
Tre i colori dominanti: bianco (neve) azzurro (main color per identificare le zone adibite a djset/live/gare) e rosso (quello della nuova Volvo V60 e S60). Cinque giorni di tour de force tra snowpark mattutini, dj set pomeridiani e live notturni in club di tennis o in case di legno nel bosco (come il live dei Prodigy). Kit messo a disposizione (e significativo del trend dei festivalieri) una protezione solare+occhiali da sole indossati da tutti per riconoscersi anche sulle piste. Noi ci siamo stati e la top five (+1) che segue è la lista dei buoni propositi per segnare in agenda l’edizione Snowbombing 2012.
Unico have to: prepararsi con qualche lezione di snow perché la tentazione di lasciarsi a pazzie fuori pista è alta e le sessioni di snow in t-shirt sono il primo passo per entrare nella filosofia Snowbombing.
Dj set a 3000 metri. Quest’anno il ghiacciaio di Kaprun era tutto per lui: Mark Ronson il Re Mida dj britannico (vedi primo album di Amy Winehouse) è arrivato in elicottero con giacchino di pelliccia e ciuffo ossigenato. E ha suonato come un resident con uno scenario paradisiaco alle spalle tra sole sembrava di Ferragosto e folla indemoniata.
Foreste digitali. L’immaginario che di solito fa da sfondo alla performance dei Prodigy è quello industrial tra ex depositi, luridi cantinoni e luci folli. Per questo vedere il gruppo redivivo che s’impossessa di un palco-baita al centro del bosco, la location dell’Eristoff Forest Party, è già una sorpresa. Che loro siano invecchiati si sapeva e si vede, eppure visi ustionati e costumi improbabili, tutti (anche chi era un poppante quando uscì Firestarter) si sono sentiti in dovere di stare sotto al palco e di saltare come se avessero ancora la tavola sotto ai piedi.
Station wagon a chi? Per un cliché ben alimentato dallo stesso brand, la Volvo è sempre stata “la station wagon di famiglia”, bella massiccia e comoda. Non proprio -anche in termini di budget- un’auto per chi vuole andare a un electro festival. Invece le nuove Volvo V60 e S60 sembrano nate anche per questo come ci racconta Svetlana Sokolo, global Pr management di Volvo «volevamo aprirci a un nuovo pubblico, portare Volvo verso un’utenza più giovane che si muove, che segue le sue passioni come un festival quale lo Snowbombing, strategico anche nella sua posizione e che richiama un pubblico da tutta Europa. È il primo di altri progetti che legheranno Volvo alla Musica. E siamo davvero felici di aver iniziato così! Con un’auto che riassume quasi lo stesso think positiv del festival: nuovo design (scandinavo), eccellente ricerca hi-tech e comfort ergonomico». Perfetto per la location dello Snowbombing anche se quando le si chiede dove andrebbe con un’auto così sgrana gli occhi e ammette «ovunque ci sia il mare!».
Altri suoni. Conosciuti da chi il ticket per lo Snowbombing lo aveva già dall’edizione 2010, news per chi live li ha visti solo giovedì scorso: Chase and Status sono stati eletti i best of della line up, attesi a tarda serata nessuno ha mancato l’appuntamento. E ha fatto bene perché il duo londinese ha rispolverato cavalli dupstep e ospiti/vocalist.
Miti da smitizzare. Che Fatboy Slim non ne sbagliasse una era dato per scontato. Invece il suo dj set conclusivo con palco al centro dell’arena e fasci di luce a illuminarlo è stata una breve illusione. Poco Fat e molto Slim la scaletta con colpi di pop assestati quando si aveva ancora nelle orecchie l’headbang dei Prodigy e un mood da inglese in vacanza (camiciola inclusa) che lo faceva sembrare più adatto a un festival di surfisti che a uno Snowbombing. Motivo in più per osare di più (vedi punto precedente).
Plus
Ambassador. Alla lettera: ambasciatore non porta pena, anzi quelli italiani si sono rivelati un trittico made in Italy particolarmente attivo. E positivo. Snowboardisti convinti, dupstep dipendenti e multitasking. Si parte con il dj set tra le nevi di Alessio Bertallot che ha seguito (e partecipato) allo Snowbombing senza rinunciare ad andare on line con il nuovo programma di Radio2, RaiTunes, seguito da GroS fondatore di Bastard qui in veste di reporter (con clip su misura) e Marco Maccarini l’ex veejay di MTV anche lui in versione snowboarder.
Manuela Ravasio
Per vedere l’articolo online:
http://www.marieclaire.it/Lifestyle/nightlife/Snowbombing-2011